Facebook punta ai servizi 2.0, la sanità verso la svolta social.
In una intervista rilasciata al Corriere delle Comunicazioni il presidente APIHM Filomena Polito ribadisce i nuovi scenari della sanità anche alla luce dell'esplosione dei social network. Negli Usa il 90% delle persone si fida delle informazioni trovate in Rete. E il social network pensa a community di persone che soffrono delle stesse patologie. Ma gli esperti avvertono: "Si rischia l'eccesso di autodiagnosi"
WORKSHOP su App e Salute: ottima partecipazione ed interessante confronto
Il workshop “Le App per la salute, avvertenze e regole d'uso, tra utilità e mercato” tenutosi a Pisa il 25 settembre si è concluso con grande affluenza di partecipanti ed interessante confronto di contenuti. Informatici, giuristi, medici e rappresentanti delle associazioni dei pazienti hanno affrontato i diversi aspetti che caratterizzano i nuovi scenari che si delineano nell’uso delle APP nel settore sanitario o più in generale per la gestione della salute. La giornata di studio di Pisa, attraverso una analisi delle varie dimensioni del rischio è stata quindi una interessante occasione di confronto utile anche ai produttori ed utilizzatori di App per orientarsi in questo vastissimo mercato. Tutto questo alla luce dei risultati dell’indagine condotta dall’Autorità Garante per la protezione dei dati personali che ha mostrato come vi sia una scarsa attenzione alla tutela degli utenti e soprattutto la necessità che questi software, che raccolgono un'ingente mole di informazioni personali, rendano più trasparente e chiaro l'uso delle stesse.
GLOBAL PRIVACY SWEEP 2014
Disponibili i risultati dell'indagine svolta da 26 autorità per la privacy di tutto il mondo.
Preso in esame un campione di oltre 1200 APP dal 12 al 18 maggio 2014
Dai risultati emerge che tre quarti delle APP prese in esame chiedono uno o più consensi, generalmente per quanto riguarda dati di localizzazione, ID del singolo dispositivo, accesso ad altri account, alle funzioni di videoripresa ed alla rubrica. Inoltre nel 59% dei casi è stato difficile per le autorità reperire un'informativa privacy prima dell'installazione. Per quasi 1/3 delle APP (31%) risultano problematici i termini del consenso. Nel 43% dei casi l'informativa privacy non era stata adattata alle ridotte dimensioni del monitor. Infine assai contenuta (15%) risulta la percentuale di APP dotate di un'informativa privacy realmente chiara.
Indagine sulle APP mediche | |
Risultati dell'indagine |
Pa e aziende ancora poco attente ai dati dei cittadini
Bilancio dell'attività ispettiva del primo semestre 2014.Varato il piano degli accertamenti fino a dicembre.
196 ispezioni, sanzioni per oltre 2 mln e mezzo di euro già riscossi dall'erario, 24 segnalazioni all'autorità giudiziaria. Questo in sintesi il bilancio dell'attività ispettiva e sanzionatoria del Garante privacy nei primi sei mesi dell'anno, dal quale emergono, in sostanza, una scarsa informazione agli utenti sull'uso dei dati personali da parte di Pa e privati, ancora numerosi trattamenti illeciti e poca attenzione alle misure di sicurezza.
Gli accertamenti, svolti anche con il contributo delle Unità Speciali della Guardia di finanza – Nucleo speciale privacy, hanno riguardato in particolare il mobile payment; le app mediche, l'attività di telemarketing svolta dai call center operanti all'estero; l'intermediazione immobiliare; le strutture alberghiere; l'e-commerce; la verifica delle misure di sicurezza degli utenti delle reti tlc e Internet; il trasferimento di dati verso Paesi extra Ue.
Le nuove tecnologie in Sanità
Il trattamento dei dati che riguardano la salute dei cittadini è sempre più il protagonista delle innovazioni che la tecnologia ci mette a disposizione. È ogni giorno più comune, infatti, approfittando delle utilità che il mercato ci rende disponibili, utilizzare i dispositivi che ci permettono di tenere sotto controllo e di monitorare le nostre condizioni di salute, o che ci permettono di conoscerne i dati Un indubbio vantaggio per i pazienti e anche per chi deve analizzarne i dati, ma quali possono essere i rischi di un approccio non consapevole all’innovazione in sanità?